L’atletica riscrive i propri record. Nella settimana dei primati di Zaynab Dosso e Nadia Battocletti, due atleti diventano i secondi italiani di sempre e preparano il prossimo salto di qualità: Pietro Arese (1500) e Sara Fantini (martello), ospiti nel talk settimanale di Atletica TV, prendono le misure per un 2022 da veri protagonisti, a cominciare dagli Assoluti di Ancona e Mariano Comense e con lo sguardo sulle grandi rassegne internazionali.
Nel fine settimana sono saliti al secondo posto delle liste alltime. Il 2022 è partito col ritmo giusto per Sara Fantini (Carabinieri) e Pietro Riva (Fiamme Gialle), che torneranno in gara il 26 e 27 febbraio rispettivamente nella finale nazionale dei Campionati invernali di lanci a Mariano Comense e agli Assoluti indoor di Ancona. “Questo 3:37.86 rimarrà nel mio cuore per un bel po’ – racconta il torinese – soprattutto per la gestione della gara: ho lottato fino alla fine con i migliori atleti al mondo. Kipsang, Lewandowski, Lemi, Gressier, ma anche Grethen che ho superato negli ultimi 50 metri. Nel finale ho perso qualche passo, c’era bagarre, ma negli ultimi 150 metri sono riuscito a lanciare la volata. Ho margini di miglioramento e la sensazione di essere approdato in un’altra dimensione agonistica. Anche perché il record non era un obiettivo, volevo solo lo standard per i Mondiali Indoor di Belgrado (3:39.00 ndr). È chiaro che l’asticella si è alzata”.
Il mezzofondista delle Fiamme Gialle prepara gli Assoluti. “Ad Ancona voglio difendere i due titoli di 1500 e 3000 vinti l’anno scorso, e poi farò un’altra uscita prima di Belgrado. In Italia la concorrenza è di qualità e sono ben contento di mettermi in gioco, sarà interessante lo scontro diretto con i miei colleghi Nesim Amsellek (3:38.42 nei 1500) e Ossama Meslek (7:44.45 nei 3000). Sarà divertente per il pubblico”. Avvicinato il 3:37.5 di Giuseppe D’Urso del 1997, nelle liste alltime si è messo alle spalle nomi pesanti quali Gennaro Di Napoli, Alessandro Lambruschini e Stefano Mei, attuale presidente federale. “È un booster di consapevolezza. Loro hanno vinto delle medaglie internazionali – la cosa che per me conta di più rispetto ai risultati cronometrici – ed affiancarli o superarli nei tempi mi fa capire che anche io posso ambire a farlo”.
Anche Fantini celebra uno standard iridato e una nuova consapevolezza. “72,61 è una bella misura – dice la martellista dei Carabinieri – guardo con fiducia a questi Italiani di lanci per migliorare ancora. Il 2021, con il primato personale e la finale olimpica, mi ha catapultata in una dimensione nuova, globale. Ha alzato l’asticella e mi ha dato una consapevolezza che mi permette di sognare in grande. La mia coach, Marinella Vaccari, mi segue dal 2016 e mi ha portata prima oltre i 70 e poi a una finale olimpica. Siamo una squadra, un passo alla volta arriveremo dove ci siamo prefisse. Per Marinella, tra l’altro, è una rincorsa a se stessa: allenava anche Ester Balassini, l’attuale primatista italiana”.
“Uno dei motivi per cui sono soddisfatta di questa gara è la gestione degli inconvenienti. All’inizio non riuscivo a mettere insieme tutti i particolari tecnici, mi sono concessa tre nulli, poi ho realizzato che dovevo entrare in pedana più sciolta e sono arrivate le misure. Non era scontato. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto sul quarto giro della rincorsa, sia da un punto di vista tecnico che negli elementi di pura forza necessari al mio lancio. Manca ancora qualcosa, ma ci arriverò. Intanto ho messo in tasca l’obiettivo della stagione invernale, ovvero lo standard per i Mondiali di Eugene. Non volevo essere costretta a inseguire il ranking come per i Giochi”.
Dai social arriva una domanda per Pietro Arese sugli Europei U23 dell’anno scorso. “A Tallin sono stato spinto, ho messo un piede all’interno della pista e mi hanno squalificato. Avevo dei sogni, avevo corso la batteria con grande scioltezza e speravo di fare qualcosa di grande in finale. La squalifica mi ha fatto male, poi ho realizzato che la gara in sé aveva dato ottimi riscontri. E da lì ho ricominciato a lavorare a testa bassa”.
Nel talk facciamo anche la conoscenza “Mando”, un pupazzo di stoffa con le sembianze del Mandaloriano. “È un personaggio di Star Wars di cui sono grande fan – spiega Pietro – che mi è stato regalato dai ragazzi del College del Mezzofondo di Varese, dove mi alleno con Silvano Danzi. A gennaio dell’anno l’ho portato a Padova per correre un 3.000 e ho migliorato il personale di 10 secondi; alla gara successiva l’ho dimenticato ed è andata male. A Metz era con me e ho sfiorato il record italiano. Insomma, potrebbe essere merito più di Mando che mio”. E per rispondere alla domanda di Luca Lai arrivata su Instagram: “Certo, se te lo prestassi potresti arrivare vicino al record italiano dei 60!”