Un incontro a 360 gradi, a cuore aperto, tra passato, presente e futuro dell’atletica italiana. “Alcuni mi chiedono ‘ma chi te l’ha fatto fare?’. Io rispondo che per chi ama l’atletica non c’è niente di più bello che fare il presidente della FIDAL”. Incontrando la stampa dopo il Consiglio federale, il numero uno dell’atletica italiana Alfio Giomi passa in rassegna le decisioni della mattinata, in quello che definisce “l’ultimo consiglio federale politico del mio mandato”, e allarga l’orizzonte agli otto anni da presidente, tracciando già un primo bilancio della sua attività: “Otto anni che hanno cambiato l’aspetto della atletica italiana. Sotto tutti i punti di vista, dai tesserati, al bilancio, alla partecipazione olimpica: nel 2012 erano 38, in questo momento ad andare alle Olimpiadi sarebbero in 69”.
DATA DEL VOTO E CONTINUITÀ TECNICA – Dialogando con Andrea Buongiovanni (Gazzetta dello Sport), Nicola Roggero (Sky Sport) e Francesco Volpe (Corriere dello Sport), nell’incontro moderato dal direttore della comunicazione FIDAL Marco Sicari, il presidente Giomi ha sottolineato l’importanza della riunione odierna di Consiglio federale, a partire dalla scelta di fissare l’assemblea elettiva il 31 gennaio 2021: “Il nostro statuto dice che le elezioni devono tenersi entro l’anno in cui si effettuano i Giochi Olimpici, quindi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021. Abbiamo però pensato di farle il prima possibile per non incidere pesantemente su quello che sarà il futuro quadriennio. È una scelta presa da tempo e condivisa con i consiglieri federali, che oggi l’hanno approvata all’unanimità. La ritengo la data migliore possibile. I comitati regionali possono votare dal 1° gennaio al 15 marzo: avendo scelto noi il 31 gennaio, lasciamo la possibilità ai comitati di svolgere le proprie elezioni prima dell’assemblea nazionale”. Al contempo, tra gli obiettivi del Consiglio federale c’era anche assicurare la serenità per gli atleti azzurri e per l’intero settore tecnico nel proseguire il cammino verso Tokyo: “Con l’assemblea il 31 gennaio avremmo messo in discussione la migliore partecipazione ai Giochi Olimpici se non avessimo garantito continuità al settore tecnico – spiega Giomi – che è quindi stato confermato fino alla fine di settembre del 2021”.
ROMA 2024 – Il terzo punto cruciale all’ordine del giorno riguardava la candidatura per gli Europei di Roma 2024, il cui verdetto è atteso per il 10 novembre: “Il Consiglio ha approfondito la candidatura e mi ha dato mandato, nel caso in cui dovessimo vincere, di firmare l’accordo con la European Athletics – le parole di Giomi – Lavoreremo negli eventuali tre mesi che rimangono per costruire una governance, lavoro che verrebbe poi affidato al nuovo consiglio federale, che deciderà come utilizzare il lavoro fatto”. Un lavoro di squadra, che ha remato nella stessa direzione per presentare la candidatura più valida possibile: “Mai ci sono stati impegno e chiarezza così forti da parte delle varie istituzioni a partire dal governo. L’aveva impostata il ministro Giorgetti e l’ha portata avanti il ministro Spadafora: una ‘copertura’ particolarmente significativa per gli Europei. Così come è serio l’impegno di Roma Capitale e della Regione. E a livello promozionale, non c’è dubbio che vogliamo organizzare nelle piazze di Roma e di tutta Italia una serie di eventi nei luoghi più caratteristici delle città”. Se la Capitale spera nella rassegna continentale, Milano ritrova l’Arena dopo il restyling tanto atteso: “Adesso non potrà non ospitare un meeting internazionale di alto livello”.
LA STAGIONE – “Non poter condurre i ragazzi alle Olimpiadi all’inizio è stata una sofferenza”, ammette il presidente federale, nel ripercorrere la stagione 2020, ricca di risultati azzurri nonostante gli eventi internazionali saltati. “Per visione, per capacità strategica, anche un po’ per fortuna, abbiamo indovinato completamente la stagione, abbiamo avuto il coraggio di programmare, di indicare strade alternative a seconda di quella che sarebbe stata l’evoluzione del Covid. I risultati di punta dei nostri atleti sono solo la punta dell’iceberg dei risultati straordinari dell’atletica italiana. Ho avuto preoccupazione e paura, in particolare per l’edizione di Grosseto, visti i numeri dei campionati juniores e promesse: è stato pesante, difficile, ma il lavoro fatto ci ha dato una soddisfazione immensa. La soddisfazione di avere un’atletica italiana brillantissima”. Esaltata dai record di Yeman Crippa, dai super lanci di Leonardo Fabbri, da un Golden Gala stellare e dalla crescita dei giovani: “Crippa è il primo a dire che la distanza con i migliori al mondo è ancora grande. Potrebbe crogiolarsi di essere tra i primi d’Europa. E invece no. Giustamente. Penso che l’atletica italiana se lo debba godere. Come Fabbri, primo in Europa, secondo al mondo, a 23 anni. Tortu non si è migliorato? Io penso che entrare in finale ai Mondiali nei 100 valga più del 9.99. Dire che non è cresciuto è corretto soltanto dal punto di vista cronometrico: per me è cresciuto tantissimo ma gli manca mettere insieme tutti i miglioramenti, perché quest’anno era difficile farlo. E che dire di Scotti? Un ‘ragazzino’ che vince al Golden Gala. Ma sono tantissimi i ragazzi che hanno potenzialità infinite. E proprio questo è un punto di forza per gli Europei di Roma 2024: abbiamo un gruppo azzurro che può trascinare le persone allo stadio!”.
OTTO ANNI – È il momento delle domande sugli otto anni di mandato. Cosa lascia al suo successore? “Abbiamo messo tantissima carne al fuoco. Forse anche troppe cose, tanto che diventa impossibile seguirle tutte. Ma non tornerei indietro e sono contento di consegnare tutto questo: magari, chi verrà, saprà selezionare meglio di me cosa continuare e cosa interrompere. Abbiamo dato orizzonti nuovi all’atletica italiana. Pensate all’accoglienza che ricevono in atletica gli atleti non italiani. Pensate a come abbiamo riconosciuto le migliori prestazioni nazionali degli atleti che sono in procinto di diventare italiani. Pensate alla rivoluzione delle corsa su strada, all’invenzione della Runcard. Le tantissime cose fatte ci hanno a volte messo anche in crisi: una federazione che passa da 170mila a 270mila tesserati qualche scotto lo paga. È chiaro che se resti dove sei è molto più semplice”. Passi da gigante li hanno fatti i giovani, non soltanto dal lato tecnico ma anche come mentalità: “Sono figli di una visione. Ma anche di un nome e cognome: Stefano Baldini. Sono suoi figli. Del suo atteggiamento, del suo carattere. E con lui Gabriella Dorio, un capitano che ha trasferito ai ragazzi la propria storia. E di Tonino Andreozzi. Sono tutti figli di un ambiente e delle nostre scelte”. Giovani che, come sottolinea Giomi, “hanno smesso di essere forti soltanto da giovani ma sono forti in assoluto: il 2019 è stato un anno straordinario, il 2020 lo ha confermato. Due anni, che ha avuto la fortuna e la capacità di gestire Antonio La Torre, in cui l’atletica italiana ha fatto un vero salto di qualità. Siamo ricchi di talento, siamo ricchi per la qualità delle persone sul territorio. È per questo che mi avvio a chiudere il mio mandato con grande serenità e soddisfazione”.