INTERVISTE

La Torre: Jacobs, Gimbo e i Mondiali indoor

“Positivi e realisti. Tra i Mondiali indoor di Belgrado, i Mondiali di Eugene e gli Europei di Monaco, deve essere l’anno della consapevolezza e della piena assunzione di responsabilità. Dopo Tokyo non possiamo più nasconderci ma dobbiamo restare umili”. Il DT Antonio La Torre è ospite del talk di Atletica TV pochi minuti dopo aver comunicato i convocati per la rassegna iridata in Serbia, dal 18 al 20 marzo. Il direttore tecnico, dialogando con il telecronista di Sky Sport Nicola Roggero, passa in rassegna i temi e i protagonisti dei Mondiali indoor, a partire dai campioni olimpici Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi. Da venti a ventidue: ufficiali gli inviti per il saltatore in lungo ottavo alle Olimpiadi Filippo Randazzo e per la saltatrice in alto Elena Vallortigara.

Su Jacobs
“Marcell Jacobs ha dato una lezione di stile, per come ha reagito alla falsa partenza di lunedì sera a Belgrado. Nelle sue parole c’è la misura del percorso importantissimo che sta facendo con coach Paolo Camossi. Un campione che non si nasconde e non cerca scuse, non dà la colpa al giudice. Trovo che la vera maturazione sia questa. Sulla carta, toccano allo statunitense Christian Coleman i panni del favorito, ha il fuoco dentro per il rientro. Ma voglio sottolineare la tranquillità di Marcell e la maturità nel non tirarsi indietro in nessun confronto. La statura del personaggio è cresciuta e nessuno potrà più dire ‘chi è questo Jacobs?’, come qualche disinformato disse a Tokyo. In queste gare ha ripreso il filo delle Olimpiadi nella maniera migliore. Si allena seriamente e fa il mestiere dell’atleta di vertice, che sa affrontare le pressioni. E se dovessimo proiettare i tempi di Jacobs sulla stagione all’aperto, ci sarà molto da divertirsi…”.

Su Tamberi
“Ho parlato con Marco Tamberi lunedì sera e mi ha confermato di iscrivere Gianmarco, informandomi però che c’era stato un piccolo problema, assolutamente niente di rilevante, che ha limitato questa importante seduta tecnica, come ha spiegato Gimbo su Instagram. Lascio totalmente a Marco e Gimbo la decisione finale, che potrebbe arrivare entro il fine settimana. Dobbiamo aspettare e rispettare, qualunque sia la decisione. Ricordiamoci che questo fuoriclasse ha un grande obiettivo quest’anno, completare il proprio palmares straordinario ai Mondiali di Eugene. Avevano deciso di non fare la stagione indoor ma lo stage invernale a Mauritius è stato così positivo che in termini di condizione fisica si è trovato molto più avanti di quanto previsto. Tutti i parametri fisici sono migliorati rispetto alle stagioni precedenti e la base di lavoro per arrivare a Eugene è stata messa in cascina. So bene che vorrebbe essere già in pedana, con la sua vis agonistica, con il suo spirito combattivo, con la voglia e la leggerezza che è venuta dopo la storica affermazione alle Olimpiadi”. 

Su Iapichino
“Larissa è un cantiere aperto. Credo ci sia la testa giusta per affrontare qualsiasi risultato. Ha gareggiato, anche in condizioni di viaggio disagiate, e poi c’è stato l’episodio di Ancona: fa parte delle cose che un talento puro deve acquisire, dalle quali può imparare per reagire. Sono ottimista su Larissa. Stiamo parlando di una ragazza giovanissima che ha bisogno di fare questi passaggi: qualsiasi risultato di Belgrado va letto con questi parametri. È chiaro: è sotto le luci della ribalta, ma in questo percorso tutti dobbiamo accompagnarla, essere dalla sua parte e ragionare sulle cose che vanno e le cose da aggiustare”.

Su Dosso
“Il para-Dosso è che Zaynab a Tokyo ha fatto da spettatrice: c’era, ma ha guardato le compagne dalla tribuna. I suoi risultati sono uno dei frutti maturati con il cambiamento di mentalità suscitato dalla grande onda di Tokyo. C’è stato un passaggio da una bravissima allenatrice come Loredana Riccardi, in pieno e totale consenso, a Giorgio Frinolli. Sarà un caso che si allena sulla stessa pista di Marcell Jacobs al Paolo Rosi di Roma. Sta sorprendendo tutti noi ma soprattutto se stessa. Tanti dettagli da sistemare, ma più ancora del tempo nella vittoria di Belgrado ho trovato importante l’aver saputo reagire a tante false partenze. È uno dei personaggi emergenti dell’atletica, in un settore che ci sta dando particolari soddisfazioni”.

Su Gerevini e Dester
“Felicissimi di aver ricevuto l’invito da World Athletics: per la prima volta abbiamo due multiplisti azzurri nella storia dei Mondiali indoor e faccio i complimenti a Pietro Frittoli, grandissimo e appassionatissimo coach”.

Sugli altri protagonisti del 2022
“Nick Ponzio, insieme a Zane Weir, ha fatto una stagione indoor di primissimo piano. Aspettiamo Leo Fabbri, si è trascinato un problema per tutto l’inverno. Bellissimi i record di Meslek, di Sabbatini che ha scelto di rinunciare agli 800 ai Mondiali indoor, di Battocletti che farà il cross domenica ai Campionati italiani, di Yeman Crippa che aveva bisogno di questo primato nella mezza maratona dopo un 2021 difficile. Dal Molin sta dando continuità: non so che vita sia, la terza, la quarta, la quinta. Ma è una delle nostre punte a Belgrado. Derkach è messa bene nelle liste stagionali: sta dando consistenza ai suoi risultati grazie all’ottimo lavoro di Alessandro Nocera. Ed è importante la notizia di oggi che Catalin Tecuceanu potrà vestire la maglia azzurra, la sua capacità tattica è notevole”.

Sulla 4×400 maschile
“Abbiamo incontrato i quattrocentisti di vertice e hanno escluso dalla programmazione l’attività indoor. La presenza di Scotti a Ostrava è stata solo un passaggio. Ad Ancona doveva esserci anche Davide Re ma per un piccolo infortunio non ha potuto essere presente. Dalla stagione indoor di Aceti ci si aspettava un pochino di più, come da Benati. Di positivo c’è che abbiamo ritrovato il Lopez che conosciamo e un atleta di grande talento come Mario Lambrughi, per cui ho fatto il tifo in questi anni: di loro abbiamo assolutamente bisogno. Complessivamente saremmo stati in nona posizione tra i partecipanti. Forzare per altre tre settimane la preparazione di un quartetto che dovrà essere all’altezza di quanto fatto a Tokyo con il record italiano, non sarebbe stato razionale”.

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