INTERVISTE

Siragusa, Scotti, Borga: staffette da record

Nell’anno d’oro dell’atletica azzurra, è stata una stagione sensazionale per le staffette con quattro record italiani su cinque alle Olimpiadi di Tokyo, oltre ai due splendidi successi nelle World Relays. Tre protagonisti di queste imprese si raccontano nella puntata di oggi del talk di Atletica TV: Edoardo Scotti, al record con entrambe le 4×400 (uomini e mista), insieme a Irene Siragusa, primatista della 4×100, e Rebecca Borga (4×400 mista). Per ripercorrere le emozioni vissute e guardare con fiducia all’anno che verrà. “Ho fatto le gare migliori del 2021 alla fine, a settembre – spiega Scotti – quando ho corso il mio 400 più veloce dell’anno (45.30 al meeting di Zagabria) e poi un’ottima frazione nella 4×400 ai Societari. Ma prima non sono riuscito come in passato a entrare nella mentalità giusta e quindi non è stata la mia migliore stagione”, anche se il 21enne dei Carabinieri è stato titolare con le staffette azzurre da primato sulla pista di Tokyo (finale maschile al settimo posto in 2:58.81 e sfiorata con la mista in 3:13.51) dopo il bronzo individuale agli Europei U23 di Tallinn. “Voglio che il prossimo sia il mio anno, l’anno di Edoardo, per tornare a essere semplicemente me stesso”. E l’azzardo della finale a cinque cerchi, con il tentativo di passare all’interno sul rettilineo che non è andato a buon fine? “Poteva essere un’opportunità per guadagnare più di una posizione, ci ho provato”.

Record italiano a Tokyo anche per la 4×100 femminile con la prima frazione di Irene Siragusa, ma la 28enne sprinter dell’Esercito riflette: “Il momento più bello? Mi ha colpito molto la vittoria alle World Relays di inizio maggio, forse ancor più delle Olimpiadi dove è arrivato il primato (42.84) ma con l’amaro in bocca per aver mancato la finale di appena tre centesimi. Siamo un bel gruppo, amiche ma professioniste, e quindi in pista si dà il 100 per cento. Il trionfo della staffetta maschile è stato veramente un delirio in tribuna, dove si è scatenata la gioia per questi ragazzi con cui ci conosciamo da sempre”. Da pochi giorni Rebecca Borga è anche dottoressa, in Lingue, civiltà e scienze del linguaggio: la 23enne quattrocentista delle Fiamme Gialle ha portato l’atletica nel percorso di studi, per aver discusso una tesi legata proprio alle Olimpiadi. “Per me è stata una stagione di alti e bassi, iniziata bene con il personale al coperto (52.69) e il record italiano della 4×400 agli Europei indoor (3:30.32). Poi un infortunio, che si è risolto in tempi meno brevi del previsto, e così per le World Relays ero a fare il tifo da casa, allenandomi soltanto in piscina senza poter correre. Ma sono riuscita a riprendermi in tempo per le Olimpiadi e per vedere ripagati i miei sforzi, anche se poi la forma è scesa subito, senza una base solida”. C’è voglia di atletica in tutta Italia, con i numeri di partecipazione dei giovanissimi in grande crescita: si vede l’effetto Tokyo? “Quando doppio l’allenamento, al pomeriggio trovo tanti ragazzi e mi dico che allora è successo davvero, che con i successi delle Olimpiadi allora l’atletica è diventata popolare. È stato fondamentale anche l’aiuto dei tecnici che ci seguivano, per darci qualcosa in più”.

Spazio poi alle domande dai social, sul box di Instagram: ad esempio, quale atleta prendere a modello? E così si scopre che per Irene Siragusa è la sprinter bulgara Ivet Lalova, ma anche il fenomeno dei 400 ostacoli Karsten Warholm per come affronta le gare, mentre per Rebecca Borga da sempre è Allyson Felix (“sembra quasi non faccia fatica nei 400”). Per “Edo” Scotti il rivale belga Jonathan Sacoor (“ha una corsa che rasenta la perfezione”), ma rivela: “Sono affascinato dalla mentalità di Marcell Jacobs, che si è trasformato in un atleta vincente”. È già iniziata la preparazione per il 2022 che si preannuncia ricchissimo di appuntamenti: Mondiali indoor di Belgrado, Mondiali all’aperto di Eugene fino agli Europei di Monaco di Baviera. Con quali prospettive si guarda alla nuova stagione? “Tante manifestazioni e quindi ci dovremo orientare bene – commenta Scotti – ma intanto non conto di preparare le gare indoor anche se mi piacerebbe fare un test sui 60 metri. Certo, sarebbe bello scendere sotto i 45 secondi, ma non voglio pormi limiti”. “Invece sicuramente non penso ai 400 indoor – risponde divertita Irene Siragusa – ma la stagione al coperto servirà solo per spezzare gli allenamenti, senza finalizzarla. All’aperto la staffetta è già qualificata per i Mondiali e in chiave individuale punto agli Europei. Il mio sogno è anche di migliorare il personale sui 200 metri, una distanza in cui sento di poter esprimere ancora tanto”. “Vorrei portare a termine quello che avevo cominciato quest’inverno – è il proposito di Rebecca Borga – e cioè di migliorarmi poi anche all’aperto. Un pensiero speciale va ad Alice Mangione, che di recente si è operata ma spero di tornare presto a correre con lei. Ce lo siamo sempre detto, anche negli anni scorsi: dobbiamo farcela. E quest’anno ci siamo trovate insieme alle Olimpiadi, è stato bellissimo”.

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